Maria Teresa Manuelli de “Il sole 24 ore”, ci presenta questo modo per triplicare la durata dei tartufi.
Si può dire che sia ‘figlio d’arte’, ma di sicuro la sua invenzione apre un nuovo capitolo nella storia dell’azienda familiare e in generale del mondo distributivo dei freschi. Lui è Simone Fioravanti, giovane imprenditore aquilano di 32 anni, erede del gruppo di distribuzione alimentare Fioravanti fondato nel 1917, e ha trovato un modo per conservare freschi i tartufi, aprendo così a nuovi canali di commercializzazione e sviluppo del territorio, nonché valorizzazione della filiera attraverso la tracciabilità del prodotto, 100% made in Italy.
Triplicata la durata media del prodotto
Tutto grazie a un film edibile trasparente che, applicato sulla sulla parte esterna del tartufo, è in grado di mantenere inalterate le proprietà organolettiche del fungo e la sua freschezza, triplicare (fino a 20 giorni e oltre) la durata media del prodotto, inibire la proliferazione di muffe tipiche del tartufo fresco.
«Il tartufo – spiega Simone Fioravanti – ha una difficilissima gestione a scaffale, dal momento che ha la stessa deperibilità del latte fresco. Ma mentre questo viene consumato da quasi tutti e quindi ha alte rotazioni, il tartufo no. E per di più costituisce un elevato investimento economico, che rischia di andare sprecato entro tre giorni. Da qui l’esigenza di studiare un modo per conservarli freschi più a lungo. La soluzione è arrivata dall’Università dell’Aquila, grazie alla collaborazione con Giovanni Pacioni, Anna Maria Ragnelli e Enrico Stagnini e alla loro intuizione del film edibile. Abbiamo poi lavorato diversi mesi per perfezionare il brevetto e farlo diventare realtà».
Tracciabilità garantita dal Qr Code
I tartufi così protetti sono poi racchiusi in una scatola in Pvc trasparente, la Truffle Box, che si avvale di un sistema di tracciabilità attraverso il Qr Code collegato direttamente al sito web dell’azienda, in cui il consumatore può seguire tutto il percorso dalla raccolta alla lavorazione e commercializzazione del prodotto. «E poi il packaging si presta anche per un regalo prezioso», aggiunge Fioravanti. Aggettivo azzeccato, considerando che i costi di lavorazione e impacchettamento andranno ad incrementare di circa il 30% il già salato prezzo dei tartufi. Ma i vantaggi sono indubbi, a cominciare, come detto, dalla maggiore conservabilità, visto che la shelf life sarà come minimo triplicata, mentre il tuber sarà praticamente immune da muffe o altri aggressori. Inoltre, le proprietà organolettiche rimangono inalterate e il calo ponderale ridotto in media del 50 per cento. Senza considerare che solo i tartufi migliori e pregiati, provenienti da diverse regioni italiane, saranno degni di entrare nella Truffle Box.
Un brevetto con l’Università dell’Aquila
Ora Simone ha stipulato con l’Università dell’Aquila un contratto di licenza esclusiva per dieci anni con diritto di acquisto per l’utilizzo del film, mentre il Polo di Innovazione Agire Scarl ha cofinanziato la parte di sperimentazione. Ma il progetto di Fioravanti va oltre la scoperta. La sua idea, infatti è di «sviluppare una filiera produttivo-commerciale innovativa ed efficace legata al mondo del tartufo fresco e trasformato e alle principali eccellenze italiane per la valorizzazione dei territori e di potenziali sviluppi commerciali, coniugando tradizione e innovazione, rigorosamente made in Italy». Così nel 2013 ha fondato la startup Glocal Foods, che curerà la commercializzazione e diffusione del prodotto, oltre a studiare nuove applicazioni ad altri alimenti freschi. Ed è chiaro che l’innovazione apre scenari interessanti anche al di fuori dei confini nazionali, Stati Uniti, Asia e Medio Oriente in testa.
E già diversi punti vendita italiani si sono accaparrati la novità: da ottobre sarà possibile trovare gli espositori di Truffle Box, in comodato d’uso, in circa 60 negozi della grande distribuzione. Una rivoluzione per gli amanti del profumato tuber.
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